Copioni da quattro soldi

Antologia di sketch, canzoni, stornelli e piccole pièce teatrali della cultura popolare caduti nell’oblio del tempo.

Una rigorosa ricostruzione filologica.

Vito Pandolfi riporta alla luce una tradizione dell’intrattenimento forgiata dalla particolarità dei regionalismi, dei dialetti e delle feste locali, legate alle stagioni e alla cultura contadina.

In questo percorso, l’autore analizza il dualismo tra campagna e città, rilevando la transizione dallo spettacolo popolare delle feste agresti alle nuove forme dell’intrattenimento urbano del music hall e del café-chantant.

In questa nuova ribalta, si fanno largo figure fondamentali dello spettacolo popolare: da Petrolini a Viviani, fino alle innovative forme di intrattenimento coadiuvate dalla televisione, veicolo e strumento fondamentale per la costruzione del nuovo pubblico dell’Italia unita.

Contributi di Stefano De Matteis e Marco Martinelli.

Vito Pandolfi

È stato un critico teatrale e regista.

I suoi studi si concentrano nella storia del teatro italiano sia colto (Antologia del grande attore, 1954; La commedia dell’arte, 1956; Il teatro drammatico dalle origini ai nostri giorni, 1959; Storia universale del teatro drammatico, 1964; Teatro borghese dell’Ottocento, 1967) che popolare (Copioni da quattro soldi, 1960), con felici escursioni nel campo cinematografico (Il film nella storia, 1956).

Come regista teatrale, ha diretto spettacoli tratti da Steinbeck (La luna è tramontata, 1946), Garcia Lorca (La casa di Bernarda Alba, 1947) e Moravia (Beatrice Cenci, 1957), e riproposto classici come alcune novelle scelte del Boccaccio, il Torquato Tasso di Goethe e l’Anfitrione di Plauto.

Nel 1964 ha fondato il Teatro stabile di Roma, di cui è stato direttore fino al 1969.