Gertrud

Reso celebre dalla trasposizione cinematografica del grande regista danese Carl Theodor Dreyer del 1964, Gertrud è un dramma in tre atti pubblicato nel 1906.

Nel solco del teatro di Henrik Ibsen, Söderberg mette in scena i conflitti e le contraddizioni della società nordeuropea: Gertrud, eroina tragica che incarna una visione dell’amore in senso totale, vive un matrimonio fallimentare con Kanning, uomo rozzo che vede la donna come mero oggetto.

Alla coppia si alterneranno vari personaggi, amanti e, spesso, veri e propri ‘oggetti’ amorosi, che gradualmente disveleranno nella protagonista le illusioni dell’amore e delle convenzioni borghesi.

A cura di Luca Taglianetti.

Hjalmar Söderberg

Nato a Stoccolma il 2 luglio 1869, è considerato tra i più grandi scrittori della letteratura svedese. 

A vent’anni inizia a lavorare nel giornale «Svenska Dagbladet», ma è la letteratura il reale campo dei suoi interessi: esordisce nel 1895 con il romanzo Förvillelser [Smarrimenti] dove racconta la vita di un giovane dandy.

Seguono la raccolta di racconti Il disegno a inchiostro (1989) e il romanzo autobiografico La giovinezza di Martin Birck (1901). La sua più grande opera viene considerata Il Dottor Glas (1905), romanzo epistolare che tratta nuovi temi come l’aborto, i diritti delle donne e l’eutanasia. 

Accanto alla narrativa scrive anche per il teatro: oltre a Gertrud, testo reso immortale dal film di Dreyer del 1964, si ricordano Aftonstjärnan [La stella della sera] (1912) e Ödestimmen [L’ora del destino] (1922).

Muore a Copenaghen il 14 ottobre 1941.