Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
Il revisore
Mosca, 1925.
Mentre Mejerchol’d dirige le prove di quella che si rivelerà una delle più importanti realizzazioni teatrali del Novecento – Il revisore tratto dall’omonima opera di Gogol’ –, il suo aiuto regista M. M. Korenev giorno dopo giorno stenografa le intense prove dello spettacolo, e con esse la viva voce del Maestro.
Questi materiali, qui raccolti, fatti dunque di una sorta di discorso-azione, spesso laconico ed ellittico, e poi viceversa immerso in verbosità colossali, permettono di seguire il processo di evoluzione del disegno registico e le varie fasi della sua concretizzazione, testimoniando, accanto all’ambito delle associazioni artistiche, culturali e di vita che ne nutrivano l’inventiva, il metodo di lavoro con e sugli attori, in cui si esalta quella funzione pedagogica di cui Mejerchol’d orgogliosamente si fregiava.
A cura di Anna Tellini
Vsevolod Ėmil’evič Mejerchol’d
Nato nel 1874 a Penza, esordisce come attore nella compagnia del Teatro d’Arte di Mosca.
Nel 1905, al Teatro D’Arte di Stanislavskij, organizza una nuova compagnia: nasce così l’importante periodo del Teatro Studio di Mosca.
Lavora poi stabilmente a Pietroburgo, fino allo scoppio della rivoluzione bolscevica.
A partire dal 1920, rivisita in chiave rivoluzionaria classici del teatro russo.
Negli anni Trenta, viene accusato di tendenze contrarie al realismo socialista e i suoi spettacoli vengono vietati.
Tacciato di estraneità e ostilità alla società sovietica, nel 1940 viene giustiziato tramite fucilazione.