Il sistema e l’eccezione

Taccuini, lettere, diari

La vita di Vachtangov fu una lotta col tempo e con la morte.

Morì a trentanove anni, braccato da un male incurabile, costretto a frequenti interventi e a lunghe degenze in ospedali e case di cura.

Nel tempo che restava, prove, spettacoli, lezioni a ritmo forsennato.

Tuttavia, Vachtangov si afferma come uno dei grandi maestri della regia russa del Novecento, accanto a Stanislavskij, Mejerchol’d e Tairov. Entra al Teatro d’Arte di Stanislavskij e il maestro gli affida corsi di studio e lezioni di sperimentazione del suo ‘sistema’.

Accanto all’attività nel Teatro d’Arte, Vachtangov lavora con entusiasmo alla creazione di uno Studio, questa volta composto da non professionisti.

Con questo gruppo realizza alcuni tra gli spettacoli più importanti della sua carriera, ed elabora un nuovo stile dove la teatralità e il libero gioco della fantasia diventano fondamentali.

Di questo regista leggendario restano l‘arte e la gioia del fare teatro, rievocate nei suoi scritti (diari, taccuini, lettere) che, raccolti in questo volume, rappresentano per il lettore contemporaneo un’autentica miniera creativa.

A cura di Fausto Malcovati.

Evgenij Bogrationovič Vachtangov

(1883-1922), diplomatosi alla scuola drammatica di Adašev, fu accolto da Stanislavskij, che lo assunse come maestro di recitazione al Teatro d’Arte, ove si occupò attivamente dello studio drammatico e studentesco.

Nel 1918 prese parte attiva alla formazione del teatro stabile ebraico Habimah, di cui diresse lo spettacolo inaugurale. Le prime regie di Vachtangov furono capolavori di penetrante finezza psicologica e purezza espressiva.

Combattuto fra il rigorismo di Stanislavskij e la convenzionalità di Mejerchol’d, Vachtangov divenne, di fatto, il ‘perfezionatore’ di Stanislavskij.

Fu inoltre un mirabile pedagogo: le sue tecniche di insegnamento e il lavoro con i gruppi di aspiranti attori dello Studio, furono determinanti per il teatro sovietico, di cui a lungo influenzò le scuole.

Fausto Malcovati

È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.

Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.

Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.