L’invenzione del teatro

Fenomenologia e attori della ricerca

Il teatro non è stato inventato una volta per tutte, lo è ogni volta che un’opera si imprime nella vita di uno spettatore.

Quando ciò accade, i materiali, le tecniche e le funzioni che sembravano costituire una solida tradizione sono rimessi in gioco, mentre forme e temi inediti creano nuove soglie della percezione.

Questo saggio, uscito per la prima volta nel 2003, si interroga sull’essere contemporaneo del teatro, ovvero sull’arte scenica di alcuni degli autori più significativi del ventesimo secolo.

Le loro poiesis e le loro praxis inimitabili, viste sullo sfondo dello sviluppo e dei malesseri che caratterizzano la modernità, offrono preziosi spunti di riflessione per il presente e il futuro delle arti performative, presente che suggerisce tra l’altro di rivisitare la storia.

Lo studente, l’operatore o il semplice appassionato che si vogliano confrontare con la vicenda teatrale intesa non come un coacervo di nozioni ma come una inappagabile ricerca di senso, tanto dell’arte scenica quanto della vita stessa, possono trovare in queste pagine qualche spunto di riflessione.

Antonio Attisani

Nato nel 1948, ha iniziato la propria carriera come attore nel 1968; dalla metà degli anni Settanta è stato operatore teatrale a vario titolo e infine, dal 1992, docente universitario, prima all’Università Ca’ Foscari di Venezia e poi a Torino.

La sua ultima ricerca riguarda il teatro yiddish ed ebraico e a tal fine dirige una piccola équipe di studiosi che sta realizzando un progetto editoriale in molti volumi – alcuni dei quali già usciti, presso l’editore Accademia University Press di Torino.

È membro di Mechrì, Laboratorio di filosofia e cultura diretto da Carlo Sini e Florinda Cambria, attivo a Milano, nell’ambito del quale partecipa tra l’altro all’annuale Seminario di Arti Dinamiche.