Ruggiti e silenzi: Mifune Toshirō

La vita e il cinema del più grande attore giapponese del dopoguerra

Autentica leggenda del cinema giapponese, Mifune è conosciuto in tutto il mondo perlopiù come interprete di celebri pellicole di Kurosawa quali Rashomon (1950) e I sette samurai (1953), oltre che come icona del cinema in costume e di guerra.

In realtà, pur in coerenza con la propria immagine divistica, in quasi cinquant’anni di attività si dimostrò anche un interprete sorprendentemente versatile, ricoprendo un’ampia gamma di generi e sfumature attoriali nelle opere di alcuni tra i più illustri artefici di una gloriosa e irripetibile stagione cinematografica.

Il volume, analizzandone nel dettaglio la filmografia e chiamando a raccolta le voci di registi, colleghi e studiosi, approfondisce la figura di un uomo, un attore e un divo che nel suo ruvido e incontenibile dinamismo fu anche, se non soprattutto, «incarnazione dello spirito di un’epoca, quella del Giappone postbellico».

Giacomo Calorio

Dottore di ricerca in Digital Humanities (Università di Genova), è attualmente ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione R. Massa dell’Università di Milano-Bicocca, CdS in Comunicazione Interculturale.

I suoi interessi di ricerca vertono prevalentemente intorno al cinema giapponese.

Sull’argomento ha pubblicato, oltre ad articoli, saggi e recensioni, le monografie Horror dal Giappone e dal resto dell’Asia (2005), Mondi che cadono – Il cinema di Kurosawa Kiyoshi (2007) e To the Digital Observer – Il cinema giapponese contemporaneo attraverso il monitor (2019).

Parallelamente svolge l’attività di traduttore di manga dal 2004.