Scene di carta

Intellettuali e critica teatrale nell’Italia degli anni Sessanta

A partire dalle cronache di spettatori d’eccezione, quali sono gli scrittori innamorati della scena come, tra gli altri, Wilcock e Arbasino, l’obiettivo del presente studio è quello di esplorare alcune delle questioni al centro del dibattito critico lungo il decennio dei Sessanta: dallo stato della produzione drammaturgica in Italia alla configurazione del teatro di regia come forma ideologicamente autoriale – secondo una precoce intuizione di Joppolo – dai discorsi sull’attore agli esperimenti del Nuovo Teatro, dalle metamorfosi del pubblico alle seduzioni del cinema.

Tra recensioni di spettacoli, inchieste e polemiche, lo sguardo degli intellettuali sulla civiltà teatrale dell’epoca ci racconta una storia che tiene insieme l’arte della scena e il costume italiano, attraverso la quale è possibile articolare una riflessione teatrologica sull’identità del nostro palcoscenico alla prova dei mutamenti culturali in un paese in trasformazione.

Katia Trifirò

insegna Discipline dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Messina.

I suoi interessi scientifici comprendono prevalentemente la drammaturgia italiana del Novecento, i Performance Studies, i rapporti tra teatro, letteratura e cinema.

Tra le sue pubblicazioni ci sono i volumi Dell’uomo e di altri mostri. La drammaturgia di Juan Rodolfo Wilcock (Sinestesie, 2019) e Dal futurismo all’assurdo. L’arte totale di Beniamino Joppolo (Le Lettere, 2012).

Fa parte del comitato di direzione della rivista «Mantichora», periodico del Centro internazionale di Studi sulle Arti Performative UniversiTeatrali dell’Università di Messina.