Stanislavskij alle prove

Gli ultimi anni: il metodo delle azioni fisiche

In questo particolare diario di scena Toporkov ripercorre gli ultimi anni di Stanislavskij al Teatro d’Arte.

In una continua e fedele rievocazione delle parole del Maestro, viene delineato il ‘sistema di Stanislavskij’ applicato ai testi di autentici classici come Le anime morte di Gogol’ o il Tartufo di Molière.

Un metodo per cui la naturalezza e la verosimiglianza nella recitazione, necessari imperativi per l’attore, passano attraverso «un processo graduale e consequenziale di assimilazione e consolidamento della linea trasversale del personaggio» interpretato.

A cura di Fausto Malcovati.

Vasilij Osipovič Toporkov

(1889-1970), già affermato attore della scena teatrale moscovita, lavorò dal 1927 al Teatro d’Arte sotto la guida di K. S. Stanislavskij, partecipando alle rappresentazioni de I dissipatori di Kataev, Le anime morte di Gogol’, e il Tartufo di Molière.

Grazie a questa esperienza decennale a fianco del Maestro, Toporkov, oltre che uno degli interpreti più importanti del teatro dell'ultimo Stanislavskij, è stato un testimone diretto del metodo del grande regista russo, restituendo, nel suo diario Stanislavskij alle prove, un fedele resoconto della direzione creativa che Stanislavskij aveva percorso nell’ultimo periodo d'attività.

Fausto Malcovati

È docente di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Milano, traduttore e critico teatrale, e uno dei massimi esperti di teatro e cultura russa.

Oltre ad aver tradotto tutto il teatro di Čechov e ad aver lavorato sugli scritti teorici dei principali maestri della regia, quali Stanislavskij, Mejerchol’d e Vachtangov, si è occupato di simbolismo russo, in particolare nelle opere di Vjaceslav Ivanov e di Valerij Brjusov, e della narrativa russa della seconda metà dell’Ottocento, con monografie e saggi dedicati a Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj.

Nel 2016 vince il premio Ubu per il valore della sua ricerca.