Il lucernario dell’infinito

Nascita del linguaggio cinematografico

Secondo Burch, il linguaggio del cinema non è un mezzo ‘naturale’, da sempre implicito nella tecnologia della macchina da presa e, con il passare del tempo, scoperto e portato alla luce.

Al contrario, il cinema ha una storia economica e sociale, ed è il prodotto di un momento storico e di un luogo ben precisi: le società occidentali capitalistiche in cui nacque alla fine del diciannovesimo secolo.

L’autore prende in esame il cinema delle origini, nel quale le tecniche, come la posizione e i movimenti della macchina da presa, le luci, il montaggio, la sincronizzazione del suono, non erano ancora state perfezionate e traccia un profilo rigoroso e appassionante di questo linguaggio, mettendo in luce come l’illusione di realtà che ci dà il cinema sia ancora oggi raggiunta con gli stessi mezzi di cent’anni fa.

Prefazione Silvio Alovisio.

Noël Burch

Nato a San Francisco nel 1932 ed emigrato in Francia nel 1951, ben presto si appassiona alla critica e alla riflessione cinematografica, alternando l’attività di insegnante e critico cinematografico con quella di aiuto regista e autore di cortometraggi.

Nel 1970 fonda, insieme ad André Fieschi e Daniel Manciet, l’Institut de formation cinématographique.

Tra le sue opere principali oltre a Il lucernario dell’infinito, autentica pietra miliare sugli studi della storia del cinema, ricordiamo: Prassi del cinema (1969), la monografia Marcel L’Herbier (1973), e il volume sul cinema giapponese To the Distant Observer (1979).