Il mago di Oz

Folgorato fin da bambino dalla visione del film Il mago di Oz del 1939, tratto dal romanzo di L. Frank Baum, Salman Rushdie analizza sequenza per sequenza la pellicola di Victor Fleming, facendo emergere allegorie e dettagli di una storia in cui «l’inadeguatezza degli adulti» porta i giovanissimi protagonisti a «crescere da soli».

Nella seconda parte del volume, il grande scrittore indiano si cimenta inoltre in un breve racconto ispirato alle scarpette rosse di Dorothy, un chiaro omaggio a una storia come quella del Mago di Oz che ha rappresentato per Rushdie la sua prima influenza letteraria.

Prefazione di Giacomo Manzoli

Salman Rushdie

Celebre per il bestseller I versi satanici del 1988, è scrittore di fama mondiale.

È nato nel 1947 a Bombay, in India.

Trasferitosi giovanissimo in Inghilterra, si appassiona alla letteratura e alla scrittura, divenendo ben presto un autore di grande successo e uno dei principali esponenti del realismo magico, stile narrativo che al racconto realistico unisce l’invenzione mitica.

Tra le sue pubblicazioni si ricordano: le novelle Grimus (1974), I figli della mezzanotte (1981), Vergogna (1983), Il sorriso del giaguaro. Viaggio in Nicaragua (1987), La terra sotto i suoi piedi (2000), Joseph Anton (2012), La caduta dei Golem (2017), Quichotte (2020).