La palestra della felicità

Lei e Lui, i protagonisti di questa storia, sono condannati a reiterare un rituale vitale quanto autodistruttivo, finalizzato al darsi la morte, per poter rinascere, per poter rocambolescamente morire, tra mille colpi di scena, ancora e ancora.

«L’amore non va» dirà uno dei personaggi femminili all’uomo che le chiede di sposarla, «L’amore non buca. La morte buca».

Tutto è intrattenimento.

Per esistere bisogna dunque intrattenere, e per intrattenere è d’uopo il morire, anche perché gli attori sono solo in due.

Gli altri, i loro presunti colleghi di un tempo, stando a quanto essi ci dicono «sono stati buttati via», cacciati, considerati inutili.

La finzione è la loro sola possibilità di sopravvivenza.

Contributi di Valentina Arduini, Renato Gabrielli ed Elena Russo Arman.

Valentina Diana

Regista e autrice nata a Torino nel 1968, diplomata come attrice alla Scuola Civica Paolo Grassi di Milano, vive attualmente a Chieri.

Ha scritto per il teatro i testi: 56-32-104, Fratelli, Ricordati di ricordare cosa?, La comitragediateatrale, Swan, La bicicletta rossa (Premio Eolo Awards 2013 per la migliore drammaturgia dell’anno), Senza Voce-Storia di Ciccilla, Opera Nazionale Combattenti presenta: I giganti della montagna atto III, L’eternità dolcissima di Renato Cane.

Ha pubblicato la raccolta di poesie Tre ore di notte e un pezzo del mattino (Torino Poesia, 2007) e alcune poesie nell’antologia Bastarde senza gloria (Sartoria Utopia, 2013) e sul blog letterario «Critica Impura».

Ha inoltre scritto i romanzi Smamma (Einaudi, 2014) e Mariti o Le imperfezioni di Gi (Einaudi, 2015).