Logbook

Approfondimenti, interviste, recensioni e cultura: il meglio dell’editoria e delle arti da leggere, guardare e ascoltare.

Casini ropa eugenia foto autore
20 Settembre 2013

La danza, l’arte, la politica

«Studio28.tv»

Eugenia Casini Ropa, critica, studiosa e storica della danza. Prima laureata del Dams di Bologna, nel 1988 scrive La danza e l’agitprop, che ha deciso di ripubblicare in formato digitale nel 2013.

Con lei parliamo della danza, del rapporto tra danza, digitale e sfera etico-politica.

Il video è frutto dell’incontro con Eugenia Casini Ropa per realizzare la rubrica BookMe di S28Mag.

Collegamenti

Img 0297
23 Maggio 2013

Cue Press: edizioni digitali per il teatro

Leonardo Bettocchi, «Leggi la Notizia»

È nato a Imola il primo progetto italiano di editoria digitale dedicato al teatro, Cue Press. A dargli vita è stato Mattia Visani, attore diplomato al Teatro Stabile di Torino e autore teatrale pubblicato dalla prestigiosa Ubulibri di Franco Quadri, che circa un anno fa ha deciso di ‘varcare la linea’ e diventare egli stesso editore. Sabato 25 maggio, alle ore 11, sarà alla Biblioteca Comunale di Imola per presentare al pubblico la sua casa editrice; interverrà assieme a lui Gerardo Guccini, docente di Discipline dello Spettacolo al Dams di Bologna. In occasione della presentazione verrà proiettato e mostrato al pubblico il primo libro digitale pubblicato: La danza e l’agitprop di Eugenia Casini Ropa. Cue Press ha il sostegno del Comune di Imola, della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, di Banca di Imola e di Con.Ami, come partner Chia Lab. Abbiamo incontrato Mattia Visani per farci spiegare meglio in cosa consiste il suo progetto.

Cos’è Cue Press?

Cue Press è la prima casa editrice teatrale a operare principalmente in ambito digitale, dico principalmente perché il cartaceo non sarà eliminato del tutto, verrà rispolverato per la pubblicazione di alcuni materiali di eccellenza. La nostra linea editoriale si muove su di un doppio binario, da un lato riproponiamo titoli difficilmente o non più disponibili, sia opere di critica che testi teatrali, dall’altro offriamo alla lettura nuove opere di studiosi e autori contemporanei.

Come è nata l’idea?

L’idea nasce da una considerazione semplice legata al mercato del libro: l’editoria così come l’abbiamo conosciuta fin a oggi non è più sostenibile, il futuro passa dalle nuove tecnologie digitali. Più o meno un anno fa abbiamo cominciato a lavorare al progetto, raccogliendo autori e titoli per valutare le possibilità di costruire un’attività editoriale, e queste risposte sono state incredibilmente positive.

Cos’ha di diverso un libro elettronico rispetto a un libro tradizionale?

I nuovi formati tecnologici non riproducono l’impostazione rigida legata alla pagina tradizionale, non sono delle versioni anastatiche di testi cartacei, ma sono fluidi e si adattano alla cornice di lettura, vere e proprie riedizioni. Un ebook offre molte più possibilità di gestione e organizzazione dei contenuti da parte dell’utente: si può scegliere il carattere del testo, ci sono strumenti per sottolineare, scrivere note, si può avviare una ricerca su Internet oppure una ricerca dentro al testo, ad esempio cercando quante volte compare una parola e dove. Le possibilità sono davvero tante, senza contare che gli stessi contenuti possono essere ampliati, laddove ce ne sia la necessità, inserendo fotografie, filmati, prefazioni, interviste o altro ancora.

L’innovazione sta nelle possibilità del digitale, possibilità offerte dal mezzo?

Con Cue Press vogliamo cambiare l’editoria tradizionale ridefinendo anche il rapporto tra autore ed editore nella direzione di un lavoro comune e di un comune profitto. Quanto detto trova una perfetta correlazione nella gestione dei diritti d’autore che proponiamo. Puntiamo a garantire diritti d’autore molto alti a fronte di minimi garantiti iniziali molto bassi se non nulli. Fare solo l’edizione ebook dovrebbe implicare costi di acquisizione molto bassi, a maggior ragione perché il progetto si propone un intento culturale meritorio, ovvero andare a recuperare o tenere in vita testi altrimenti destinati a divenire irreperibili.

Quali sono i titoli in catalogo?

Il primo titolo a essere stato pubblicato è uno studio di Eugenia Casini Ropa, La danza e l’agitprop. Il prossimo a uscire sarà, a partire da giugno, Brecht regista di Claudio Meldolesi e Laura Olivi. Il testo originale sarà integrato con nuove immagini e brani di interviste che la stessa Olivi fece agli attori del Berliner Ensemble e che non erano entrati nella prima edizione per motivi di spazio, scelte che l’editoria tradizionale era costretta a imporsi. Al momento abbiamo una quarantina di testi in catalogo, tra questi le opere di studiosi del calibro di Eugenia Casini Ropa, Fabrizio Cruciani, Marco De Marinis, Gerardo Guccini, Hans Drumbl, Lorenzo Mango, Fausto Malcovati, Ferruccio Marotti, Claudio Meldolesi, Cesare Molinari, Franco Ruffini, Nicola Savarese, Mirella Schino, Ferdinando Taviani, Ludovico Zorzi. Per quel che riguarda le opere di drammaturgia voglio ricordare i nomi di Marco Martinelli, Franco Scaldati, Marie Ndiaye, Sandro Lombardi, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Elena Bucci e Marco Sgrosso. C’è inoltre in cantiere un progetto, di cui Andrea Porcheddu è ideatore e curatore, che prevede la realizzazione di una serie di guide turistiche dedicate alla vita teatrale di alcune città del mondo come Buenos Aires, Tunisi, Hong Kong, Parigi, Londra e tante altre ancora. L’impostazione è quella di una tradizionale guida turistica, naturalmente con una struttura adattata al formato digitale.

Dove si possono acquistare i vostri libri?

I nostri libri si possono scaricare dal nostro sito e dai maggiori store online. Attualmente ogni testo è presentato in tre formati: la nostra versione di punta gira sulla piattaforma iOS (Apple) e si trova su iTunes, poi c’è l’e-pub per tutti i tipi di utenza, distribuita su tutti i principali store online, come Ibs, Amazon, La Feltrinelli, Librerie Rizzoli, Ultima Books, Barnes & Noble, KoboBooks e altri. Infine per un’utenza meno esperta o non interessata agli sviluppi dei formati tecnologici proponiamo anche il pdf, almeno in questo momento. Dal 2014 non avremo più tre formati ma uno solo in html5, si tratterà di una nuova piattaforma che integrerà tutte le caratteristiche della nostra versione di punta più altre funzionalità.

Il libro di carta è spacciato?

Non credo di dire niente di straordinario affermando che il futuro dell’editoria è il digitale. Nel 2014 entreranno in adozione i primi libri digitali per la scuola primaria, ciò significa che nel giro di una decina d’anni tutta una generazione di ‘web nativi’ leggerà solo ed esclusivamente libri elettronici e ancor prima di quella data diverse generazioni di lettori adulti saranno coinvolte in questo processo. C’è ancora chi guarda con sufficienza al fenomeno, ma ben presto dovrà ricredersi.

Collegamenti

Ombra di mani
27 Aprile 2013

Teatro tecnologico

Massimo Marino, «Corriere di Bologna»

Eccolo il primo volume di una casa editrice giovane, che punta sul futuro per rilanciare la passione per una delle arti più antiche, il teatro. La Cue Press nasce a Imola, da due laureati dell’Alma Mater, Mattia Visani, formatosi al Dams, e Stefano Tura, un master in editoria multimediale. Vogliono recuperare importanti studi storici, testi di autori italiani e stranieri, agili interventi di attualità. E per questo puntano totalmente sui formati digitali, che permettono di abbattere i costi di distribuzione e di realizzare opere ipertestuali, che incrociano le parole alle immagini e (presto) a file audio e a filmati, rendendo più concreta e avvincente la lettura.

Il progetto era stato annunciato l’estate scorsa, ma ci sono voluti alcuni mesi per far uscire il primo volume e avviare la lavorazione dei successivi. Cue Press apre le sue collane con uno storico studio di Eugenia Casini Ropa, professore emerito del Dams, a lungo titolare del primo corso universitario italiano di Storia della Danza. Si tratta di La danza e l’agitprop che vide la luce la prima volta presso il Mulino nel 1988. Ora, questa storia della rivoluzione del corpo e del teatro politico agli inizi del Novecento, si può leggere su iPad e iPad mini, con alte possibilità di scorrimento, collegamento tra le parti e intertestualità, su altri lettori e pure in pdf, con minori possibilità dinamiche. Il testo è arricchito da un apparato iconografico imponente, che porta addentro a un’arte, la danza, che all’inizio del secolo scorso rompe i propri canoni e mette il corpo in relazione con la natura, alla ricerca di una verità, di un’espressione che ridia centralità al vissuto.

Il secondo volume, in preparazione, è un altro classico, firmato dal compianto Claudio Meldolesi (in collaborazione con Laura Olivi). Brecht regista ripercorre l’avventura finale del grande drammaturgo tedesco, quando a Berlino Est fonda il Berliner Ensemble, sperimentando un originale metodo di regia. Questa nuova uscita è arricchita da testimonianze degli attori che per motivi di spazio non erano entrate nella prima edizione. Sono in preparazione importanti studi da parecchio tempo indisponibili, con le illustri firme di Ludovico Zorzi, Fabrizio Cruciani, Cesare Molinari, Ferdinando Taviani, Marco De Marinis e altri tra i più valenti studiosi. Oltre a una collana con testi di Marco Martinelli, Franco Scaldati e altri autori, è in preparazione una serie di ‘guide turistiche del teatro’ dedicate a città come Buenos Aires, Londra, Parigi, Tunisi, Hong Kong, Budapest. Nel nuovo anno sarà introdotta anche una piattaforma innovativa. Ci spiega Mattia Visani: «Stiamo collaborando con Chia Lab, una società che sta approntando un sistema per rendere ancora più dinamica e meno libresca la lettura. Permette di leggere direttamente gli ebook col browser, saltando la mediazione degli e-reader. Lavorano in collaborazione con importanti editori, e noi siamo orgogliosi di essere nell’impresa».

Nel digitale Cue Press crede molto: «Per ora sembra un rischio, perché il mercato in Italia è ancora ristretto. Ma il futuro sta qui. Non a caso importanti sostenitori, come la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, la Banca di Imola o il Comune di Imola, hanno dato fiducia al nostro progetto».

Libro aperto con immagini (4)
21 Marzo 2013

Tra materiale e immateriale. L’editoria digitale applicata al teatro

Sergio Lo Gatto, «Teatro e Critica»

In lingua inglese ‘cue’ significa ‘battuta, battuta iniziale, attacco, imbeccata, suggerimento’. Il termine gioca con l’omofonia tra ‘cue’ e ‘queue’ che significa ‘coda, fila di persone’. Dunque ‘cuepress’, potrà corrispondere all’esclamazione: «Fate la calca!».

Cue Press è la prima casa editrice digitale interamente dedicata al teatro. La casa editrice si muoverà su un doppio binario, andando a recuperare in e-book titoli non più disponibili o di difficile reperibilità, opere di critica ma anche testi teatrali, e proponendo allo stesso tempo nuove opere di autori e studiosi di primo piano. Non bisognerà trascurare una collana composta da testi brevi e di argomento molto specifico, di natura divulgativa e da vendere a prezzo molto basso. È un formato che sta avendo molta fortuna nell’ambito del digitale. Il cartaceo sarà rispolverato per alcuni materiali d’eccellenza e laddove ci siano le condizioni per preservare la qualità del manufatto. Il digitale permetterà inoltre di sviluppare una strategia internazionale che nel cartaceo era complessa, se non impossibile. Una parte importante del progetto editoriale sarà legata alla traduzione, anche in più di una lingua, dei testi proposti all’interno del nostro catalogo e alla loro distribuzione sul mercato estero. Viceversa, tradurremo e pubblicheremo opere straniere ancora inedite in Italia.

Il nucleo di partenza sarà composto dagli studi di Cruciani, Casini Ropa, De Marinis, Drumbl, Guccini, Malcovati, Mango, Mariti, Marotti, Meldolesi, Molinari, Puppa, Ruffìni, Savarese, Schino, Taviani, Zorzi, e altri valenti studiosi. Tra i testi drammatici ci saranno quelli di Martinelli, Scaldati, Ndiaye, Vetrano & Randisi, Bucci & Sgrosso. Tra le novità, oltre alle opere di alcuni degli autori citati, pubblicheremo alcuni scritti inediti di Sandro Lombardi. Andrea Porcheddu realizzerà una serie di guide turistiche dedicate alla vita teatrale di alcune città del mondo (Parigi, Londra, Tunisi, Hong Kong, Buenos Aires, Budapest, New York, Roma, Palermo, ecc.). L’intento è quello di coniugare il contributo e la memoria di artisti e studiosi di assoluto rilievo, garantendo una altissima qualità del prodotto.

È un’impresa pionieristica, a oggi, quella di Cue Press, casa editrice nata, dopo più di un anno, proprio in questo mese di marzo da un’idea di Mattia Visani con lo scopo di realizzare pubblicazioni di approfondimento intorno al teatro. Sull’onda delle statistiche che leggono il 2013 come l’anno di svolta per l’editoria digitale in Italia, il progetto di Cue Press prevede l’edizione in formato elettronico di importanti studi teatrali inediti o finiti fuori catalogo proprio a causa di un generale declino dell’editoria specialistica, relegata nelle aule di università e molto spesso neppure lì completamente valorizzata.

Tornano alla luce, rimessi a nuovo in una tecnologia d’avanguardia (curata dalla piattaforma Chia Lab) titoli di Casini Ropa, Cruciani, De Marinis, Marotti, Meldolesi, Molinari, Ruffini, Savarese, Schino, Taviani e Zorzi, ma il passo successivo sarà verso le drammaturgie contemporanee: Scaldati, Martinelli, a altri autori della scena italiana e straniera. Se la collana di studi teatrali mira a esplorare supporti dall’altissimo grado di interazione (notazione digitale, archivio, dizionari e glossari integrati), nel ricostruirvi attorno nuove possibilità di diffusione si vorrà imprimere al teatro dei testi una spinta, si incoraggerà l’architettura di una tradizione del presente che già vorrebbe vedersi affermata nella sua eroica elasticità. Non fissata, non storicizzata, ma aiutata nei mezzi e nelle aperture, magari attraverso un sistema di traduzione incrociata che già Cue Press ha in animo di immaginare. A far parlare il discorso su un piano pratico ci sono le statistiche, che testimoniano l’incremento – tramite le nuove piattaforme – delle vendite di ebook di fogliazione ridotta (testi brevi, piccoli manuali, saggi e raccolte di racconti), proprio quei formati che l’universo cartaceo ha più difficoltà ad affrontare, a causa dei costi vivi di stampa e distribuzione che spingono l’editore in un gioco che, di fatto, non vale la candela.

Che con l’avvento della tecnologia sarebbe cambiato il nostro modo di percepire la realtà ce l’aveva già insegnato un’intera generazione di filosofi, scrittori e pensatori, ma forse nessuno aveva davvero idea di quanto in fretta tutto potesse accadere. Se negli ultimi anni certo giornalismo (non solo quello critico), rimasto quasi del tutto orfano delle sue pagine di carta sui periodici, ha avuto modo di ricostruirsi una casa e una famiglia nell’affollata piattaforma digitale, anche l’editoria ha intrapreso questa rischiosa ma in certi casi necessaria migrazione. Il passaggio dal supporto fisico a quello digitale lo abbiamo già visto accadere, nei decenni scorsi, nell’ambito musicale, dai vinili alle musicassette, dalle musicassette ai cd, dai cd agli mp3, un processo quasi fotosintetico in grado di rideterminare, passo dopo passo, i principi della dimensione spazio senza intaccare quelli della dimensione tempo e ora un’intera casa farcita di dischi conterrebbe comunque meno musica di un lettore digitale tascabile. Lo stesso processo applicato ai libri è già completamente in atto, gli scaffali elettronici sono una realtà, in altri paesi il mercato dell’ebook può già vantare un’estensione significativa e un sorprendente corpus di nuove idee e soluzioni già sperimentate e, spalancandosi le porte della creatività, la missione di chi tenti di abitare questo nuovo contesto si basa su una corsa ad annullare la concorrenza, a batterla sul tempo, adattando a questi nuovi formati proprio quei prodotti che l’editoria stava lasciando indietro. Più aumentano i numeri delle categorie generaliste, più quelle specifiche, dedicate a nicchie di lettori ristrette, si trovano a fronteggiare una difficoltà di sopravvivenza per la quale l’emergenza stessa arriva a offrire la soluzione d’ingegno.

Ai margini dei margini, il teatro si muove tuttavia con grande vigore, i suoi linguaggi si fanno strada spingendo sempre di più verso l’annullamento di tutte quelle categorie che nei decenni scorsi li avevano imprigionati e in certi casi la visione politica e sociale dell’espressione artistica vuole indietro il proprio campo d’azione, anche grazie al ritorno della parola scritta. Tutte istanze che, nella spinta feconda di molte contraddizioni, appartengono al teatro di oggi, un orizzonte che sta tornando ad affermarsi poggiando anche su una sponda editoriale (era di qualche mese fa un articolo di Graziano Graziani che raccontava di come certa drammaturgia stia facendo ritorno nelle collane di narrativa delle maggiori case italiane). Eppure, ancora una volta, il teatro apparentemente accetta con grande difficoltà ogni immediata storicizzazione che non si dimostri al passo con i tempi e che si permetta di fissarlo. Se da un lato il fatto di poter scrivere queste e altre parole su una rivista di carta rappresenta ancora il segno quasi poetico di un invito a resistere, sotto gli occhi di chi segue la scena si compie lo spettacolo della riduzione sistematica di spazi simili a questo. E d’altronde, anche quando le frasi raggiungono una pagina stampata, si pone il problema della loro diffusione, molto (troppo) spesso limitata a un circolo chiuso, al foyer di qualche teatro, a un giro d’indirizzario; l’opportunità che il teatro ha di parlare di sé stesso è ormai questione di territorio, di quartieri culturali e, cruda realtà anche questa, di sostenibilità economica. Ed eccola di nuovo la tecnologia, che ora promette di diffondere in maniera capillare e su rinnovati supporti quel sapere che – se applicato al teatro – è più un intuire e che vorremmo si trasformasse in materiale di approfondimento, nel segno di un ragionamento socchiuso e pronto a essere riaperto in ogni momento, addirittura contro l’usura del tempo.

Nell’immaginario comune degli ‘sfogliatori’ comincia ad affacciarsi la prospettiva di un mondo parallelo, una realtà aumentata pronta a barattare la solidità del volume vero e proprio con capacità di produzione e di diffusione ancora insospettate, potenzialmente in continua crescita e di certo in linea con i passi da gigante compiuti anche in altri ambiti dall’intera società delle macchine. Il fatto che proprio ora stiano tornando di moda giradischi e vinili traccia una linea che divide non tanto le destinazioni d’uso quanto quasi i livelli di percezione. In altre parole, se si lascia che l’ingranaggio tecnologico giri le sue ruote, le domande dietro a esso resteranno le stesse: a fare il libro non è la carta, ma le parole che essa porta, e la battaglia si sposta dunque apertamente sul fronte dei contenuti. Oltretutto, come gli studiosi di oggi si affrettano a teorizzare, i libri cartacei non smettono certo di essere letti o comprati: la convivenza di materiale e immateriale è qualcosa con cui è bene familiarizzare e, mentre è già una realtà il feticismo per i dispositivi portatili, il rapporto con la rivista o con il volume di carta migrerà verso un affascinante rito di archeologia del contatto.

Img02981
8 Gennaio 2013

Cue Press, l’editoria teatrale diventa digitale guardando più al futuro che al presente

Diego Vincenti, «Hystrio»

La nicchia della nicchia, ovvero: l’editoria teatrale veicolata in digitale. Più futuro che presente, almeno per il momento. Ma è proprio in quest’ottica che si muove chi insegue un’idea, l’impresa. A volte chi riesce ad anticipare i tempi.

Si veda Cue Press, progetto in fasce che attende il debutto ufficiale a primavera del prossimo anno. Iniziativa progettata da Mattia Visani, con il contributo di Stefano Tura, attore il primo, agente letterario il secondo, entrambi formatisi all’Università di Bologna. Visani vuole trovare risposta alla crisi editoriale di un settore già fragile e ulteriormente provato dalla recente liquidazione della Ubulibri. Obiettivo: la costruzione, per quel che concerne il mercato italiano, della prima casa editrice di argomento teatrale che operi principalmente nell’ambito dell’editoria digitale. Segmento librario in crescita esponenziale ma che ancora attende definitiva consacrazione. Potenzialità e fruibilità sembrano spingere verso una sempre più capillare diffusione, ma la fetta di mercato al momento parla ancora d’altro, migliorando in parte nei numeri solo per quanto riguarda quotidiani e periodici. Questione (forse) d’abitudine. Certo è che lo strumento, fosse solo per l’economicità, si presta alle nuove iniziative.

Spiega Mattia Visani: «L’idea della Cue Press nasce in maniera estemporanea da esperienze diverse e con l’unico capitale iniziale delle qualità e dei talenti delle persone coinvolte. Abbiamo riscontrato molto entusiasmo nei nostri interlocutori, le istituzioni locali di Imola ma anche teatri, biblioteche, musei. C’è un interesse effettivo delle realtà culturali e anche produttive del territorio, che speriamo si riesca a concretizzare in un sostegno economico. Le prospettive sono buone, ma non c’è ancora nulla di certo. Stiamo cercando sponsor sia nel pubblico che nel privato. Sperando che ci vengano riconosciute la spinta verso l’innovazione e l’attenzione per il futuro dell’editoria e l’occupazione giovanile. Per il resto puntiamo su un mercato che sta crescendo molto velocemente, in costante espansione, in cui vogliamo intervenire sia con le pubblicazioni che con la gestione dei diritti d’autore».

La casa editrice che lavorerà sul recupero in ebook di saggi e testi fuori catalogo (o di difficile reperibilità), sulla pubblicazione di drammaturgie inedite e su brevi testi d’analisi dalle tematiche molto circoscritte, probabilmente prevede la vendita fra 0,99 e 2.49 euro. Inseguendo nel concreto, quell’agilità d’intervento critico (militante) cui si presta l’editoria digitale, in un formato che sta avendo ottimi riscontri nell’ambito del digitale. E mentre si lavora sulla raccolta di autori e opere e sullo sviluppo specifico della parte tecnica, si pensa anche a un lancio internazionale attraverso la traduzione in diverse lingue dei volumi più importanti. Ambito su cui il progetto in prospettiva scommette molto. Si vedrà. Prima c’è da costruire un intero catalogo. Pagina dopo pagina.

Il debutto è fissato a marzo 2013, in occasione delle celebrazioni per il 30^ anniversario della morte di Ludovico Zorzi, di cui verrà ripubblicato II teatro e la città. Poi sarà la volta di Brecht regista, Memorie del Berliner Ensemble di Claudio Meldolesi, altra commemorazione. È solo l’inizio. Considerando che il nucleo di partenza della Cue Press annovera al momento gli studi di Giovanni Azzaroni, Fabrizio Cruciani, Eugenia Casini Ropa, Marco De Marinis, Hans Drumbl, Clelia Falletti, Raimondo Guarino, Gerardo Guccini, Cristina Jandelli, Giuseppe Liotta, Lorenzo Mango, Laura Mariani, Ferruccio Marotti, Stefano Mazzoni, Cesare Molinari, Marzia Pieri, Paolo Puppa, Franco Ruffini, Nicola Savarese, Mirella Schino, Ferdinando Taviani e Alessandro Tinterri.

Per quanto riguarda invece le drammaturgie, si dovrebbero ripubblicare i testi drammatici di Marco Martinelli, Franco Scaldati (come il suo Totò e Vicé), Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Elena Bucci e Marco Sgrosso. E poi ancora, gli interventi critici di Massimo Marino e Andrea Porcheddu e alcuni scritti inediti di Sandro Lombardi. Insomma, una bella compagnia con cui iniziare a lavorare sul serio. Inoltre si segnala che Cue Press ha vinto, con voto unanime della giuria, il concorso Inculco – Innovazione e Cultura promosso da Librinnovando e che tramite l’intesa con Chia Lab – nota web agency bolognese (chialab.it) – Cue Press sarà nelle condizioni di seguire lo sviluppo tecnologico delle proprie pubblicazioni ben oltre il semplice formato ePub, che rappresenta oggi il formato più diffuso nell’ambito dell’editoria digitale. Chia Lab, oltre a curare la costruzione del sito, sta realizzando in esclusiva una delle più evolute piattaforme multimediali per la lettura su dispositivi tecnologici, che sarà visibile dalla fine del 2013.

13 Dicembre 2012

Premio Innovazione e Cultura

A Bookcity Milano, la casa editrice vince con voto unanime della giuria

La giuria si è espressa all’unanimità, Cue Press vince il Premio Innovazione e Cultura di Bookcity Milano 2012, la manifestazione culturale che celebra il mondo del libro e della lettura.

Il premio è stato istituito per premiare i progetti editoriali che si distinguono per la capacità di unire innovazione tecnologica e promozione della cultura, con un focus particolare su iniziative che trasformano il modo di fruire e produrre contenuti editoriali.

Il riconoscimento attribuito a Cue Press evidenzia l’originalità del suo approccio nell’ambito dell’editoria digitale, unendo la produzione di contenuti specializzati nelle arti dello spettacolo con soluzioni tecnologiche avanzate come gli eBook interattivi e la stampa on demand.

Il voto unanime della giuria, composta da esperti del settore, testimonia l’apprezzamento per la qualità e la rilevanza del progetto, confermando la casa editrice come un esempio di innovazione nel panorama culturale ed editoriale italiano.

Dsc 0999
10 Dicembre 2012

Cue Press, teatro online

Tatiana Tommasetta, «Corriere di Romagna»
Mattia, che cos’è la Cue Press e da dove nasce l’idea?

Cue Press rappresenta, sul mercato italiano, la prima casa editrice di argomento teatrale a operare principalmente nell’ambito del digitale. Il cartaceo sarà ‘rispolverato’ per alcuni materiali di eccellenza e laddove ci siano le condizioni per garantire la qualità del manufatto.

L’idea è nata osservando lo stato di crisi in cui versa l’editoria teatrale italiana: problemi di liquidità, difficoltà distributive…

Abbiamo pensato di sfruttare l’agilità e i minori costi garantiti dal digitale per strutturare un progetto di casa editrice e network teatrale: andare a recuperare in e-book titoli non più disponibili sul mercato (testi di studio ma anche opere drammaturgiche) e creare una comunità/magazine che ravvivi il dibattito all’interno del mondo del teatro. La casa editrice si muoverà inizialmente su due binari: da un lato il ripescaggio di opere di ampio respiro e la proposta di novità assolute, dall’altro la produzione di nuovi studi molto brevi e di argomento molto specifico, un formato che sta avendo un discreto successo nell’ambito del digitale. Una parte importante del progetto editoriale è legato alla traduzione, anche in più di una lingua, dei testi proposti all’interno del nostro catalogo e alla loro distribuzione sul mercato estero. Viceversa, tradurremo e pubblicheremo opere straniere ancora inedite in Italia.

Come sta andando rispetto alle vostre aspettative?

Meglio di quanto potessimo sperare alla partenza. L’entusiasmo con cui il progetto è stato accolto da accademici, studenti, attori e registi, ma anche appassionati di teatro, ci dà la sensazione di stare facendo qualcosa di importante, oltre a essere la benaugurante conferma circa la bontà dell’idea. A ciò si deve aggiungere l’entusiasmo che ha suscitato nelle istituzioni e la generosa risposta delle forze produttive del territorio: penso allo slancio dell’amministrazione imolese, penso agli assessori Galavotti e Bondi, alla Banca di Imola e alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna e ad altre realtà legate al mondo della cultura come il Teatro Stignani e la Bim, ma anche Ravenna Teatro e l’Alma Mater. Nel nostro catalogo, pubblicheremo alcuni tra i più importanti studiosi di teatro dal dopoguerra a oggi e, in molti casi, presenteremo le loro opere maggiori e già attese. Il digitale permetterà inoltre di sviluppare una strategia internazionale che nel cartaceo era complessa, se non impossibile. L’intento è quello di coniugare il contributo e la memoria di artisti e studiosi di assoluto rilievo, garantendo un’altissima qualità del prodotto. Infatti grazie all’intesa con Chia Lab, nota web agency bolognese, Cue Press sarà nelle condizioni di seguire lo sviluppo tecnologico delle proprie pubblicazioni ben oltre il semplice formato e-pub, che rappresenta oggi il formato più diffuso nell’ambito dell’editoria digitale.

Come si inserisce il vostro progetto nella crisi di mercato che l’Italia vive oggi e perché funziona?

Funziona perché risponde a esigenze primarie. Il fatto che ciò avvenga aprendo nuove strade è merito nostro e di chi ci ha sostenuto. È un progetto che tenta di ridefinire il rapporto tra autore ed editore, nella direzione di un ‘lavoro comune’ e di un ‘comune profitto’, che intende creare occupazione giovanile, mescolando una grande attenzione alla cultura (locale e nazionale), una forte spinta innovativa e tecnologica, insieme a una importante ricaduta sul territorio. A questo si aggiungerà una diffusione in ambito italiano ed europeo. Cultura, innovazione e questione giovanile si intrecciano qui in maniera molto stretta.

Cosa vi aspettate dal futuro?

Ovviamente che il mercato italiano si allinei a quello di altri paesi dove il digitale ha ormai superato il cartaceo. Contiamo di essere sempre nelle condizioni di proporre un’offerta tecnologica di alto livello, che renda la lettura ancora più entusiasmante. Significa trovare una forma adeguata ai contenuti di così alto valore, l’anima di Cue Press. Per questo speriamo di contare ancora sul sostegno del nostro territorio e soprattutto sull’entusiamo delle persone.

Img 1542
6 Dicembre 2012

Cue Press, nei libri digitali i tesori da (ri)scoprire

Mara Pitari, «il Resto del Carlino»

L’editoria teatrale debutta in formato digitale e rivoluziona il mercato del libro specialistico. È l’innovativo progetto di Mattia Visani e Stefano Tura, due giovani imolesi formatisi all’Alma Mater che hanno trasformato la propria passione per il teatro in una rivoluzione del settore, dando vita alla prima casa editrice di libri di argomento teatrale prodotti in formato elettronico. Si chiama Cue Press, è in cantiere dalla scorsa primavera e, accolta con entusiasmo da università ed enti pubblici, vedrà la luce sotto forma di sito di e-commerce a marzo. Del fermento che c’è dietro parla il fondatore Mattia Visani, 33 anni, attore e scrittore teatrale.

Cos’è Cue Press?

Un progetto editoriale che ha l’obiettivo di proporre in digitale i testi dei massimi autori teatrali, secondo un doppio binario: recuperando titoli non più disponibili o di difficile reperibilità, opere di critica ma anche testi teatrali, e proponendo nuove opere di autori di primo piano. Ci sarà anche una collana di testi brevi di natura divulgativa e a prezzi molto contenuti.

Qual è il vantaggio?

La facilità di lettura, l’immediata reperibilità di materiali di ottima qualità e altrimenti difficili da trovare e l’abbattimento dei costi. I testi saranno scaricabili direttamente dal sito, al quale sta lavorando l’agenzia Chia Lab, e costeranno soltanto da 1 a 15 euro.

L’editoria digitale esiste già da tempo, quali le novità?

Finora il digitale non è arrivato a toccare ambiti di eccellenza. In più in un periodo di enorme crisi dell’editoria nazionale, in cui molte opere fondamentali stanno scomparendo senza che nessuno se ne accorga, questa iniziativa ha un alto valore culturale e di conservazione. In catalogo abbiamo già quaranta titoli e stiamo ancora lavorando per ampliare l’offerta.

La carta sparirà?

Sarà rispolverata per alcuni materiali di eccellenza.

Alcuni autori in catalogo?

Pubblicheremo gli studi di Casini Ropa, De Marinis, Guccini, Drumbl, Mango, Marotti, Molinari, Ruffini, Savarese, Taviani e le opere di maestri scomparsi come Cruciani, Meldolesi e Zorzi.

Il progetto gode dell’ appoggio di molti enti e istituzioni…

Sì, molto generosa è stata la risposta dell’amministrazione imolese, della Banca di Imola, della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e di altre realtà legate al mondo della cultura come il Teatro Stignani e la Bim, ma anche Ravenna Teatro e Alma Mater.

Cue Press andrà oltre le frontiere del teatro?

Un passo alla volta, sarebbe bello arrivare a occuparci anche di cinema o illustrazione.

Img 0358
30 Settembre 2012

Il progetto Cue Press

Mattia Visani, «Stratagemmi»

Cue Press è un nuovo progetto di casa editrice di libri di teatro che opererà principalmente in digitale. Sarà online a marzo 2013, in occasione delle celebrazioni del 30^ anniversario della morte di Ludovico Zorzi, di cui pubblicherà l’opera più importante II teatro e la città. Il progetto editoriale si muoverà successivamente su un doppio binario: recupero di opere di difficile reperibilità o non più disponibili sul mercato e nuove proposte di autori e studiosi di primo piano.

È assodato ormai che l’editoria teatrale italiana sia in profonda crisi: problemi di liquidità, difficoltà distributive e, colpo di grazia, l’entrata in liquidazione di Ubulibri. Mi sento quasi in imbarazzo nel riflettere, insieme ai miei colleghi, sul problema del costo della carta, dal momento che il nostro progetto editoriale nasce su presupposti tesi a eluderli, o superarli. Il problema investe in modo fondamentale il mondo dell’editoria, dalla stampa alla distribuzione, dal deposito alla vendita. Tuttavia la questione, per quanto pregnante, non è così strettamente legata al problema dei contenuti e alla prassi, come invece si vuole far credere. Questo vale tanto in ambito editoriale quanto, trovato il giusto corrispettivo, in altri ambiti della produzione e della conoscenza. Se si vedono pessimi spettacoli, infatti, non è certo colpa della mancanza di denaro, oppure (questo potrebbe essere il corrispettivo) di spazi teatrali. L’Alighieri non recita Amleto e di teatri ce n’è uno per parrocchia. Quello che dovrebbe essere difeso con le unghie e con i denti è la qualità della carta, principio che instaura invece una dinamica elettiva: pochi ma buoni. Detto questo, noi siamo passati al digitale.

Cue Press rappresenta, sul mercato italiano, la prima casa editrice di argomento teatrale a operare principalmente nell’ambito del digitale. Il cartaceo sarà ‘rispolverato’ per alcuni materiali di eccellenza. L’idea è quella di sfruttare l’agilità e i minori costi garantiti dal digitale per strutturare un progetto di casa editrice e network teatrale: andare a recuperare in ebook titoli non più disponibili sul mercato (testi di studio ma anche opere drammaturgiche) e creare una comunità, un magazine che ravvivi il dibattito all’interno del mondo teatrale. Oltre alla digitalizzazione di testi non più facilmente reperibili, c’è l’idea di una collana di testi brevi e di argomento specifico, che sarà venduta a prezzi molto bassi; un formato che sta avendo grande successo nell’ambito del digitale. Pubblicheremo saggi di studiosi del calibro di: Casini Ropa, De Marinis, Drumbl, Guccini, Mango, Marotti, Molinari, Ruffini, Savarese, Taviani; le opere di maestri scomparsi come Cruciani, Meldolesi, Zorzi; i testi di autori della scena come Martinelli, Scaldati, Bucci e Sgrosso, Vetrano e Randisi. Parte del lavoro sarà dedicato alla traduzione dei documenti e alla loro distribuzione sul mercato estero, operazione che il digitale permette di affrontare con maggiore facilità rispetto al passato. Superato il problema della carta, speriamo di trovarci ad avere a che fare con i problemi del nostro paese.